Le convinzioni degli applicatori alle “prime armi”
- Vincenzo Nicastri
- 25 mar 2023
- Tempo di lettura: 2 min
La buona riuscita di una pavimentazione in resina, non dipende solo dalla qualità dei prodotti utilizzati, ma anche e soprattutto dalla preparazione del supporto sul quale si poserà il rivestimento in resina. Alcuni “applicatori” sono convinti che i rivestimenti in resina “faccino i miracoli”, ad esempio se ci si trova dinanzi ad un massetto lesionato, non intervengono preventivamente nel saldare/cucire le lesioni, ma applicano direttamente i formulati resinosi con conseguenze, spesso disastrose: pavimenti in resina lesionato…. Questi avventurieri, concedetemi la battuta, sono quasi sempre pronti ad “incolpare” le aziende che hanno fornito le resine, senza farsi un esame di coscienza ammettendo che non hanno attenzionato accuratamente il supporto lesionato; anzi, spesso affermano di aver sempre fatto così con prodotti forniti da altre aziende e che i risultati sono stati più che soddisfacenti.
Un bravo applicatore deve fare preventivamente un sopralluogo, non trascurando nessun particolare, ad esempio deve verificare:
lo stato d’inquinamento del supporto (presenza di eventuali oli, grassi, polveri, inquinanti vari, ecc)
Resistenza meccanica del massetto (resistenza a compressione, trazione, ecc).
Presenza o meno d’umidità residua.
Ecc.
Oggi, i macchinari che aiutano nella preparazione del supporto sono diversi:
Carteggiatrice, molatrice/levigatrice, pallinatrice, fresa, ecc.
La convinzione, errata, di chi inizia ad applicare i formulati in resina, è quella di acquistare la sola carteggiatrice (che viene utilizzata nei casi si debba carteggiare un supporto, ad esempio industriale, nuovo, oppure nelle fasi di esecuzione del multistrato o micro-cemento, ecc) che non consentirà di preparare a sufficienza il supporto per l’applicazione, ad esempio, di una pavimentazione autolivellante, o nel caso di preparazione di un rivestimento ceramico.
E’ fondamentale “creare” 2 “aggrappi”, chimico/meccanico, non è sufficiente affidarsi alla bonta del solo prodotto. C’è chi, si affida ad un decappaggio chimico (utilizzo di acidi per pulire i supporti), ma cio’ non è sufficiente.
Per diventare un bravo applicatore bisogna investire, in primis, nei macchinari che consentono di preparare i supporti al fine di eseguire un buon rivestimento a resina a regola d’arte; inoltre l’applicatore si deve affidare ad aziende qualificate che hanno tecnici che affiancano i loro clienti, con consulenze, sopralluoghi.


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